Family Lives prende in esame l’esperienza genitoriale di coppie omosessuali, in Italia e negli USA.
Il gruppo di lavoro include ricercatrici dell’Università di Verona e della University of California Berkeley (USA) – Family, Culture and Schooling Research Group.
Perché questa ricerca?
Lo status di genitore è una condizione di continua esposizione al mondo esterno, che stimola confronti e discorsi nella sfera formale e informale (con familiari, amici e conoscenti; con il pediatra e gli insegnanti dei figli…).
Nelle coppie omogenitoriali, questa esposizione si traduce in un continuo essere in gioco, spiegarsi, dotarsi di un confine di esistenza comprensibile agli altri. In un contesto come quello italiano, in particolare, le coppie omogenitoriali, singolarmente e nelle formazioni associative, sono impegnate in processi cruciali di ingaggio delle istituzioni di prossimità (mondo della salute, della scuola) nella negoziazione dei loro possibili spazi di riconoscimento.
La ricerca tematizza alcune transizioni di vita come la nascita in ospedale, l’iscrizione all’anagrafe, la prima relazione con il pediatra o con gli insegnanti come momenti che istituiscono condizioni di soggettività.
I professionisti che lavorano nei contesti sanitari ed educativi, di fronte alla famiglia omogenitoriale e alle diversità in genere, si trovano in prima linea nel tentativo di ripensare le loro prassi per la costruzione di istituzioni più inclusive.
La ricerca si propone come esito finale la produzione di orientamenti per la sensibilizzazione e la formazione degli operatori, di base e di vertice, dei servizi alla famiglia e dei servizi educativi e di cura.
I contenuti dello studio
La ricerca si propone di ampliare la conoscenza del fenomeno dell’omogenitorialità individuando elementi di innovazione e di continuità rispetto allo stato dell’arte sugli studi sulla genitorialità.
Questi i temi principali affrontati:
- Il percorso di accesso alla genitorialità di coppie non eterosessuali
- Come si negozia la visibilità della famiglia omogenitoriale in contesti informali e istituzionali
- Come si costruiscono le competenza e l’ autoefficacia genitoriale
- I punti di forza e le criticità nell’accesso ai servizi sanitari ed educativi
- Le pratiche familiari come modalità creative di innovazione del contesto socioculturale
Il quadro teorico
Il processo di costruzione di un’identità genitoriale prende forma in una relazione tra il soggetto e i modelli culturali disponibili. Ogni contesto culturale, inteso come sistema simbolico collettivamente costruito e costituito da credenze e standard impliciti ed espliciti, fornisce un insieme di possibilità agli individui; essi possono utilizzarle per ridefinire/si e trasformare/si all’interno di un dialogo costante tra soggettività e discorso pubblico.
In base a ciò crediamo che la genitorialità sia un processo in continua costruzione e adattamento tra interno ed esterno. Per mezzo di una serie di pratiche sociali e azioni quotidiane l’esperienza soggettiva dell’essere genitore trova una connessione con i modelli culturali disponibili, o invece ne viene esclusa, dando origine a processi di definizione di sé e della società.
La transizione alla genitorialità è vista come processo individuale che diventa sociale nel momento in cui viene incorporato all’interno di un sistema culturale, all’interno del quale i genitori sono esposti ad una serie di modelli di genitorialità.
L’interazione con tali modelli avviene attraverso la mediazione di oggetti (contesti, media ecc.) o attori (appartenenti alla sfera personale o pubblica). Questo processo, però, è circolare e sappiamo che tali modelli sono anche costruiti per mezzo dell’interpretazione che i singoli soggetti fanno dei contesti e delle loro esperienze.
In questo senso il processo di costruzione di un’identità genitoriale rappresenta un’opportunità per indagare la relazione tra funzionamento individuale e modelli culturali, dove gli ambienti familiari ma anche la scuola, i servizi sociosanitari diventano i luoghi in cui l’esperienza soggettiva concreta del genitore e il mondo simbolico si incontrano.
L’omogenitorialità è una delle forme che assume la genitorialità. In questo senso il processo di diventare genitore omosessuale è comparabile con l’esperienza eterosessuale.
E’, in altre parole, un’esperienza che ci dice del nostro “essere umani”. Nella misura in cui tutti i genitori sperimentano conflitti tra norme culturali, norme auto-definite ed esperienze personali, possiamo imparare qualcosa sulla genitorialità tout court se esploriamo in che modo i genitori di gruppi non mainstream rispondono a modelli culturali repressivi.
Il metodo
La ricerca è costruita secondo un approccio multimetodo, con l’obiettivo di intercettare differenti livelli di conoscenza.
Una parte della ricerca si sviluppa seguendo una metodologia e strumenti di tipo qualitativo rivolti ad un numero limitato di soggetti, metodologia che ci permette di entrare nella profondità delle esperienze:
- Interviste
- Osservazione partecipante
- Mappe emotive
- Diari.
Parallelamente portiamo avanti una parte della ricerca con una metodologia e strumenti di natura quantitativa, utili a descrivere più generale alcune caratteristiche della transizione alla genitorialità.
Al momento stiamo procedendo con delle interviste con coppie omogenitoriali e con la somministrazione del questionario.
Il gruppo diretto da Susan Holloway, in California, sta avviando un lavoro analogo con l’obiettivo di esplorare le differenze emergenti in contesti profondamente diversi per assetti legislativi e cultura diffusa sull’omogenitorialità.